AGLI ARCHITETTI ROMANI

02.08.2013 12:08

Gentile collega

 

 

Se pensi che l'Ordine debba tutelare tutti gli iscritti, fare tutto ciò che è possibile per accrescere il prestigio della professione, per sviluppare rapporti con le istituzioni del territorio nella direzione di aumentare le opportunità lavorative e la loro distribuzione democratica tra gli iscritti, per mettere in piedi forme di controllo su atti ed eventi pubblici quali gare di progettazione, concorsi di vario genere,

forse è arrivato il momento di occuparsene.

 

Nell'assemblea degli iscritti all'Ordine degli Architetti del 24 luglio è stato annunciato che a settembre ci saranno le elezioni del prossimo Consiglio dell'Ordine.

 

È necessario riflettere su ciò che accade all'Ordine e dintorni. Sopratutto sul fatto che a fronte di una struttura megalitica, inusuale nel sistema italiano e gestita con un sistema di scatole, che ne impediscono la trasparenza e l'efficacia sul piano operativo, il prestigio della nostra attività è sempre più scarso. La conseguenza è che sul piano sociale e politico perdiamo prestigio e quindi opportunità lavorative; che spesso finiscono nelle mani di altri colleghi che svolgono altre professioni simili.

 

La nuova disciplina che regola le professioni (L.148/2011 e D.P.R.137/2012) obbliga alla formazione, che sarebbe auspicabile dove e quando producesse nuove qualifiche e nuove possibilità operative, altrimenti sarà solo un nuovo onere costoso e obbligatorio, pena la sospensione dell'attività (gli ingegneri hanno già approvato il loro regolamento a punti), per chi non ha alcuna possibilità di ottenere lavoro.

 

Bisogna lavorare per creare un nuovo sistema in cui titoli e qualità progettuale tornino o comincino ad essere le ragioni per le quali un professionista ottiene un incarico. Chi ha partecipato a concorsi sa bene come sono andati e quindi bisogna mettere a punto sistemi di giudizio imparziali (ad esempio sorteggio dei giudici tra tutti gli iscritti, dopo la consegna degli elaborati). Sicuramente molti dei pochissimi concorsi romani sarebbero andati diversamente. Sopratutto l'Ordine deve promuovere rapporti con le istituzioni per ottenere, come avviene in alcuni paesi europei, che tutta la professione pubblica passi attraverso l'istituzione del concorso o della gara. L'appalto integrato, il progect financing, l'affidamento diretto sono prassi autorizzate dalla legge vigente entro certi limiti, ma ci sarebbe da fare alcune considerazioni sul loro uso a tappeto ed in assenza di altre opportunitaà progettuali.

 

L'Ordine deve tornare ad essere un'istituzione unica e trasparente, che si occupa di tutti i problemi inerenti lo svolgimento e la promozione della professione.

 

Vi invito a sviluppare un dibattito e creare un gruppo di pressione democratico che si ponga alcuni obiettivi che aiutino ciascuno a votare alle prossime elezioni dell'Ordine di settembre il gruppo e/o le persone che su quei punti si impegneranno; o addirittura ad organizzare una lista autogestita con obiettivi precisi.

Ti invito a formulare le tue proposte